domenica 25 settembre 2011

Tranquilo man!

Quando qualcuno mi chiederà, al mio ritorno in Italia, “qual è la cosa più strana che hai fatto lassù?”, probabilmente racconterò di questo pazzo week end di fine settembre. Incredibile è dire poco. Ho visto cose che voi umani…no, ok, sto scherzando. Ma è stato fuori dall’ordinario. Ora racconto.

Venerdì

Come ho già descritto nello scorso post, il giovedì sera è stato piuttosto movimentato, tra Gipsy King, pub alternativi, birra, biliardo eccetera.
Il venerdì è stato dieci volte più imprevedibile del giovedì.
La serata inizia a casa di amici, vodka a fiumi (per loro, io dalla sera del mio compleanno – che mi sono guardata bene dal raccontare qua- non bevo più vodka) e chiacchiere. Alla tarda ora delle due di notte ci decidiamo a uscire di casa, diretti a un techno party. Il luogo è assai vicino a dove ci trovavamo ma il tragitto è stato a dir poco esilarante, grazie all’amico M., ubriaco marcio ma euforico. Mi sembrava un Orso Yogi devastato dall’alcol, ma felice.
Il techno party si è tenuto nel sottotetto di un ospedale abbandonato di cinque o sei piani, in pieno centro città. Già questo è pazzesco. E’ come se in Via Indipendenza a Bologna un palazzo andasse in malora e il comune desse la possibilità ai giovani (no barboni, no senzatetto) di abitarci e di gestirselo in autonomia. Che figata!
Purtroppo alla festa eravamo in pochi e l’età media sarà stata la mia, perciò sbarbi ovunque.
Gente tranquilla che per essere lituana era socievole; anche se eravamo gli unici stranieri non ci hanno fatto storie (come può capitare in certe disco “per lituani” della città).
La serata è stato un continuo sballottamento tra la zona con la musica, le chiacchiere in qualche area del palazzo, aiutare l’amico ubriaco, conoscere nuova gente, have fun and relax.
Troppo bello. Sono tornata a casa alle 07.00, distrutta.

Sabato

Il sabato è stato un proseguimento del venerdì, in termini di feelings e divertimento.
Con il valore aggiunto di una sveglia all’una per andare a visitare il National Art Museum, le camminate infinite lungo il fiume e il digiuno fino a sera.
Insomma, ho aggiunto stanchezza alla stanchezza, ma ne è valsa in pieno la pena.
Ieri Vilnius ha festeggiato la festa pagana del fuoco con feste, fuochi d’artificio
e spettacoli. Ho avuto l’immensa fortuna di assistere ad uno di questi spettacoli, ed è stato da pelle d’oca (e non solo per il freddo porco che c'era).
Hanno acceso mille candele poste su una sponda del fiume a formare una scritta, alcuni ragazzi facevano giocoleria con il fuoco e, difficile da immaginare ma vero, alcune canoe trainavano sull’acqua delle costruzioni illuminate da ceri. Tutto questo poco dopo il tramonto.
E’ stato uno show impagabile, bellissimo.

Sul King Mindaugas bridge ho recuperato la mia amica C. e siamo andate in un appartamento in centro a cenare. Pizza! Preparata da italiane. La ciliegina sulla torta di una giornata bellissima.

Ma l’avventura non è ancora finita. Dopo cena sono uscita con l’intento di scovare un trance party che si doveva tenere da qualche parte nei pressi del fiume, ma ho fallito nell’impresa.
In compenso ho ribeccato un amico colombiano e conosciuto uno estone.
L’amica C. al seguito ci siamo mossi alla volta del Fluxus, l’ospedale abbandonato. E al suo interno sono riprese le chiacchiere, i racconti, lo scambio di esperienze. Il ragazzo colombiano, E., ha tante di quelle storie da condividere che ci si potrebbe scrivere un libro.
Abbiamo dormito in loco, chiaramente per terra. E’ stata una delle dormite migliori del mondo.
E. mi ha detto che ho dormito col sorriso.

Domenica

Un week end iniziato all’insegna del polleggio (in italiano: della serenità) non poteva che finire sulla sponda di un fiume, ad ascoltare il gorgoglio continuo dell’acqua e a mangiare panini farciti con ogni ben di dio.
Io e C., le due ragazze della situazione, siamo state trattate con i guanti di velluto per tutto il tempo e qui, detto sinceramente, è un po’ raro.
Si, i lituani sono cortesi e gentili, ma è spudoratamente visibile la concezione di alcuni della donna come oggetto. E’ proprio palese. Toccate di culo non richieste, atteggiamenti spavaldi. E dire che da italiana ci dovrei essere abituata.
Mi scuso per la divagazione, era per sottolineare che siamo state trattate da “persone” e non da “buchi”, rendo l’idea?
E. ha fatto da maître: la birra nel fiume a rinfrescarsi, il coltellino a tagliare pane, pomodori, cetrioli e wurstel...e il pranzo è pronto! Squisito.
Le chiacchiere le abbiamo fatte in francese, tocco di classe apprezzato dal mio cervello, che dopo un mese di inglese aveva bisogno di rilassarsi un poco.
Non ci è nemmeno mancato il sole, era lassù a splendere e a riscaldare le nostre membra contratte e stanche.

E’ stato un week end che, se dovessi definirlo in una parola, descriverei come:
estasi.
Un week end che, se dovessi definirlo in due parole, descriverei come:
da ricordare.
Un week end che, se dovessi definirlo in suono, descriverei come:
wooow.





PS: Estasi: “stato psichico di sospensione ed elevazione mistico della mente”- Wikipedia
PS: per saperne di più sulla festa pagana del fuoco visitare http://www.etno.lt/index.php/en/rudens-lygiadienis/324-rudens-lygiadienis-2011

2 commenti:

  1. Che dire... che figata! Lo sai che mi stai mettendo una voglia matta di partire? Porca mucccccccaaaaa!!! Davvero, non so cosa dire. Non lo so.

    M.

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  2. Guarda, in sincerità, fai bene a morire dalla voglia! Ti stai caricando come una molla e quando sarai qui salterai da tutte le parti, conoscerai mille persone e ti capiterà di vedere cose incredibili. E' davvero bello, sia perchè l'esperienza Erasmus in sè è pazzesca, sia perchè Vilnius è una città accogliente e viva.
    Altrochè stereotipo del Nord! Qui sanno essere calorosi e openminded, l'importante è essere a propria volta openminded ed elastici.
    vedrai che ti divertirai! :)

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