sabato 24 settembre 2011

Un giovedì di ordinaria follia - parte II

Il primo passo verso il mondo underground vilniussino è stato compiuto in un locale (“Metro”, ma l’insegna recita tutt’altro, qualcosa di lungo in lingua locale.) sulla collina tra Tauro g. e Pamėnkalnio g. (g. sta per gatvė), all’interno di quello che dall’esterno sembra essere un palazzo governativo andato in malora.
I presupposti c’erano tutti: una balotta di scoppiati studenti Erasmus, un edificio in pseudo rovina e un locale semi-deserto con il karaoke metal.
E’ stata una delle uscite più divertenti da quando sono qui!
Birra economica (4.5 Lt per 0.3 litri di birra scura), biliardo, karaoke!, qualche metallaro socievole e alla mano, possibilità di fare tutto il bordello immaginabile. Ah, se ci fossero di ‘sti posti anche nella decrepita Bologna! Altro che il defunto “Transilvania” o l’indie-cool “Covo”…
Non ho idea di quanto tempo abbiamo trascorso lì, so solo che il gruppo si è lentamente decimato fino a quando, a tarda notte, siamo rimasti solo io e il tedesco S.
E adesso dove andiamo? Non c’è neanche bisogno di chiederlo, a 300 metri, scesi dalla collina verso Tauro g. c’è il “Play Club”, altro locale per alternativi e scoppiati in generale.
Abbiamo conosciuto nell’ordine i seguenti autoctoni: un ragazzo di Klaipeda che ci ha offerto della birra, sua sorella, un tizio che ha vissuto tre anni in Irlanda, un energumeno ubriaco che voleva picchiare S. perché straniero, un uomo vestito tutto bene con giacca e cravatta che ha telefonato ad una ragazza che ha studiato a Cagliari e mi ci ha fatto parlare.
Un centrifugato di soggetti misti. Avrei fatto volentieri a meno dell’energumeno razzista, il quale, molto educatamente, nel tentativo di tirare una manata a Sebastian ha colpito la sottoscritta sulla testa. Non era un pugno, né un cazzotto, ma un colpo del tutto sopportabile se non fosse che quando mi sono girata per vedere chi fosse il responsabile mi sono trovata di fronte un pelatone di un metro e novanta per 140 kili di grasso e muscoli.
La cosa sconcertante è che mi ha guardato con gli occhi di un agnellino, si è messo a pregare di scusarlo e mi ha stretto la testa in quello che doveva essere un abbraccio ma che in realtà era una morsa che avrebbe potuto mandarmi all’altro mondo, se lo avesse voluto.
Sì, è stato shockante. E bisogna farci un po’ l’abitudine e tenere gli occhi sempre aperti perché di individui del genere ce ne sono fin troppi. E non importa che siano alti e grossi, se sono ubriachi sono delle macchine da guerra.
Come il vecchio incazzato la sera della finale degli Eurobasket, ma questa è un’altra storia…

Sono le 19.50 di venerdì 23 settembre, è tempo di trarre le fila della lunga giornata di ieri e poi spegnere il computer e andare a fare vita sociale outside.

La morale del mio giovedì è la seguente:
c’è sempre qualcosa di meglio da fare che andare al Tarantino.

2 commenti:

  1. Bella mossa! Ti sarai sicuramente divertita!
    ;D
    L'articolo mi ha messo il sorriso addosso!

    RispondiElimina
  2. ragaz, ho passato un week end da delirio! uno non si può neanche immaginare...ma lo racconterò nei prossimi post! cacchio che week end!!
    :D

    RispondiElimina