domenica 25 settembre 2011

Tranquilo man!

Quando qualcuno mi chiederà, al mio ritorno in Italia, “qual è la cosa più strana che hai fatto lassù?”, probabilmente racconterò di questo pazzo week end di fine settembre. Incredibile è dire poco. Ho visto cose che voi umani…no, ok, sto scherzando. Ma è stato fuori dall’ordinario. Ora racconto.

Venerdì

Come ho già descritto nello scorso post, il giovedì sera è stato piuttosto movimentato, tra Gipsy King, pub alternativi, birra, biliardo eccetera.
Il venerdì è stato dieci volte più imprevedibile del giovedì.
La serata inizia a casa di amici, vodka a fiumi (per loro, io dalla sera del mio compleanno – che mi sono guardata bene dal raccontare qua- non bevo più vodka) e chiacchiere. Alla tarda ora delle due di notte ci decidiamo a uscire di casa, diretti a un techno party. Il luogo è assai vicino a dove ci trovavamo ma il tragitto è stato a dir poco esilarante, grazie all’amico M., ubriaco marcio ma euforico. Mi sembrava un Orso Yogi devastato dall’alcol, ma felice.
Il techno party si è tenuto nel sottotetto di un ospedale abbandonato di cinque o sei piani, in pieno centro città. Già questo è pazzesco. E’ come se in Via Indipendenza a Bologna un palazzo andasse in malora e il comune desse la possibilità ai giovani (no barboni, no senzatetto) di abitarci e di gestirselo in autonomia. Che figata!
Purtroppo alla festa eravamo in pochi e l’età media sarà stata la mia, perciò sbarbi ovunque.
Gente tranquilla che per essere lituana era socievole; anche se eravamo gli unici stranieri non ci hanno fatto storie (come può capitare in certe disco “per lituani” della città).
La serata è stato un continuo sballottamento tra la zona con la musica, le chiacchiere in qualche area del palazzo, aiutare l’amico ubriaco, conoscere nuova gente, have fun and relax.
Troppo bello. Sono tornata a casa alle 07.00, distrutta.

Sabato

Il sabato è stato un proseguimento del venerdì, in termini di feelings e divertimento.
Con il valore aggiunto di una sveglia all’una per andare a visitare il National Art Museum, le camminate infinite lungo il fiume e il digiuno fino a sera.
Insomma, ho aggiunto stanchezza alla stanchezza, ma ne è valsa in pieno la pena.
Ieri Vilnius ha festeggiato la festa pagana del fuoco con feste, fuochi d’artificio
e spettacoli. Ho avuto l’immensa fortuna di assistere ad uno di questi spettacoli, ed è stato da pelle d’oca (e non solo per il freddo porco che c'era).
Hanno acceso mille candele poste su una sponda del fiume a formare una scritta, alcuni ragazzi facevano giocoleria con il fuoco e, difficile da immaginare ma vero, alcune canoe trainavano sull’acqua delle costruzioni illuminate da ceri. Tutto questo poco dopo il tramonto.
E’ stato uno show impagabile, bellissimo.

Sul King Mindaugas bridge ho recuperato la mia amica C. e siamo andate in un appartamento in centro a cenare. Pizza! Preparata da italiane. La ciliegina sulla torta di una giornata bellissima.

Ma l’avventura non è ancora finita. Dopo cena sono uscita con l’intento di scovare un trance party che si doveva tenere da qualche parte nei pressi del fiume, ma ho fallito nell’impresa.
In compenso ho ribeccato un amico colombiano e conosciuto uno estone.
L’amica C. al seguito ci siamo mossi alla volta del Fluxus, l’ospedale abbandonato. E al suo interno sono riprese le chiacchiere, i racconti, lo scambio di esperienze. Il ragazzo colombiano, E., ha tante di quelle storie da condividere che ci si potrebbe scrivere un libro.
Abbiamo dormito in loco, chiaramente per terra. E’ stata una delle dormite migliori del mondo.
E. mi ha detto che ho dormito col sorriso.

Domenica

Un week end iniziato all’insegna del polleggio (in italiano: della serenità) non poteva che finire sulla sponda di un fiume, ad ascoltare il gorgoglio continuo dell’acqua e a mangiare panini farciti con ogni ben di dio.
Io e C., le due ragazze della situazione, siamo state trattate con i guanti di velluto per tutto il tempo e qui, detto sinceramente, è un po’ raro.
Si, i lituani sono cortesi e gentili, ma è spudoratamente visibile la concezione di alcuni della donna come oggetto. E’ proprio palese. Toccate di culo non richieste, atteggiamenti spavaldi. E dire che da italiana ci dovrei essere abituata.
Mi scuso per la divagazione, era per sottolineare che siamo state trattate da “persone” e non da “buchi”, rendo l’idea?
E. ha fatto da maître: la birra nel fiume a rinfrescarsi, il coltellino a tagliare pane, pomodori, cetrioli e wurstel...e il pranzo è pronto! Squisito.
Le chiacchiere le abbiamo fatte in francese, tocco di classe apprezzato dal mio cervello, che dopo un mese di inglese aveva bisogno di rilassarsi un poco.
Non ci è nemmeno mancato il sole, era lassù a splendere e a riscaldare le nostre membra contratte e stanche.

E’ stato un week end che, se dovessi definirlo in una parola, descriverei come:
estasi.
Un week end che, se dovessi definirlo in due parole, descriverei come:
da ricordare.
Un week end che, se dovessi definirlo in suono, descriverei come:
wooow.





PS: Estasi: “stato psichico di sospensione ed elevazione mistico della mente”- Wikipedia
PS: per saperne di più sulla festa pagana del fuoco visitare http://www.etno.lt/index.php/en/rudens-lygiadienis/324-rudens-lygiadienis-2011

sabato 24 settembre 2011

Un giovedì di ordinaria follia - parte II

Il primo passo verso il mondo underground vilniussino è stato compiuto in un locale (“Metro”, ma l’insegna recita tutt’altro, qualcosa di lungo in lingua locale.) sulla collina tra Tauro g. e Pamėnkalnio g. (g. sta per gatvė), all’interno di quello che dall’esterno sembra essere un palazzo governativo andato in malora.
I presupposti c’erano tutti: una balotta di scoppiati studenti Erasmus, un edificio in pseudo rovina e un locale semi-deserto con il karaoke metal.
E’ stata una delle uscite più divertenti da quando sono qui!
Birra economica (4.5 Lt per 0.3 litri di birra scura), biliardo, karaoke!, qualche metallaro socievole e alla mano, possibilità di fare tutto il bordello immaginabile. Ah, se ci fossero di ‘sti posti anche nella decrepita Bologna! Altro che il defunto “Transilvania” o l’indie-cool “Covo”…
Non ho idea di quanto tempo abbiamo trascorso lì, so solo che il gruppo si è lentamente decimato fino a quando, a tarda notte, siamo rimasti solo io e il tedesco S.
E adesso dove andiamo? Non c’è neanche bisogno di chiederlo, a 300 metri, scesi dalla collina verso Tauro g. c’è il “Play Club”, altro locale per alternativi e scoppiati in generale.
Abbiamo conosciuto nell’ordine i seguenti autoctoni: un ragazzo di Klaipeda che ci ha offerto della birra, sua sorella, un tizio che ha vissuto tre anni in Irlanda, un energumeno ubriaco che voleva picchiare S. perché straniero, un uomo vestito tutto bene con giacca e cravatta che ha telefonato ad una ragazza che ha studiato a Cagliari e mi ci ha fatto parlare.
Un centrifugato di soggetti misti. Avrei fatto volentieri a meno dell’energumeno razzista, il quale, molto educatamente, nel tentativo di tirare una manata a Sebastian ha colpito la sottoscritta sulla testa. Non era un pugno, né un cazzotto, ma un colpo del tutto sopportabile se non fosse che quando mi sono girata per vedere chi fosse il responsabile mi sono trovata di fronte un pelatone di un metro e novanta per 140 kili di grasso e muscoli.
La cosa sconcertante è che mi ha guardato con gli occhi di un agnellino, si è messo a pregare di scusarlo e mi ha stretto la testa in quello che doveva essere un abbraccio ma che in realtà era una morsa che avrebbe potuto mandarmi all’altro mondo, se lo avesse voluto.
Sì, è stato shockante. E bisogna farci un po’ l’abitudine e tenere gli occhi sempre aperti perché di individui del genere ce ne sono fin troppi. E non importa che siano alti e grossi, se sono ubriachi sono delle macchine da guerra.
Come il vecchio incazzato la sera della finale degli Eurobasket, ma questa è un’altra storia…

Sono le 19.50 di venerdì 23 settembre, è tempo di trarre le fila della lunga giornata di ieri e poi spegnere il computer e andare a fare vita sociale outside.

La morale del mio giovedì è la seguente:
c’è sempre qualcosa di meglio da fare che andare al Tarantino.

venerdì 23 settembre 2011

Un giovedì di ordinaria follia - parte I

Grazie Bukowski per i tuoi sopravvalutati libri, per la tua brutta faccia e per i tuoi ossimori.

Rincaso alle ore 06.00 di venerdì mattina, sobria ("sbronzarsi": pratica diffusa tra individui e/o noiosi e/o con scarsa fantasia e/o annoiati-fine del momento moralista) e incredibilmente stanca.
Come spesso mi capita, esco a metà giornata e torno alla tana dopo 8-10-12 ore e ciò significa girovagare per la città con lo zaino stile boyscout, pesante e soprattutto ingombrante.
Ora manco a farlo apposta sono le 18.00, sono passate dodici ore dal mio rientro e mi appresto a raccontare il mio giovedì fuori dall'ordinario di ieri.

Mi sveglio, mi vesto, mi esco dal Gile per una volta non in ritardo e mi dirigo a passo sciallo verso l’Uni, per le lezioni di Abnormal Psychology e di Post-traumatic Society.
Dalle 13.00 fino alle 16.30 sono impegnata a rispettare il mio adorato ruolo di studentessa, poi, terminato il tutto, scioccamente, penso "torno a casa, mi faccio una doccia che ne ho bisogno, cerco dei vestiti carini per stasera e vado al Tarantino". NO!

Lo stravolgimento dei miei futili, quanto poco interessanti, piani inizia con quattro chiacchiere con Q., ragazzo francese che studia in Belgio: c’è una lezione pratica di meditazione alle 19.00.
Una lezione di meditazione all’università? Ma subito!
Anche se significa tornare a casa tardi, non importa, devo fare questa esperienza.
Come se non bastasse, scopro da A. che nella piazza di fronte al municipio suonano…i Gipsy King! Grasse risate, sguardi sconcertati e poi la decisione finale: si andrà al concerto dopo la meditazione! “Andrò al Tarantino senza passare da casa, anche se avrei urgenza di una doccia…”.
La mia giornata ha perciò preso rapidamente e inaspettatamente una piega simil-mistica e buffonesca.
La meditazione è stata relativamente interessante e il concerto è stato a dir poco curioso. La band che ha suonato prima dei GK è stata da me ampiamente apprezzata (sarà banale ma ascoltare “What a wonderful word”, guardarsi intorno e realizzare per l’ennesima volta di avercela fatta, sono a Vilnius!, non ha eguali) ma i GK…andiamo! Non ne potevo più!
E’ stata dura sostenere il binomio “shitty music”/“lituani-che-ai-concerti-non-ballano”.
A concludere il Grande Evento pure i fuochi d’artificio…l’amministrazione lituana col costo dei suddetti si è giocata il riscaldamento del Comune per il mese di Ottobre.
Dopo una bella chiacchierata in compagnia e una birra, rigorosamente scura, nel locale sotto il Centro di Arte Contemporanea abbiamo alzato le chiappe e dato alla nottata una drastica connotazione ROCK.


...to be continued

martedì 20 settembre 2011

Blue mood

Quello che adoro di me in queste situazioni, in mezzo a tanta gente, mille stimoli ecc ecc ecc è che mi adatto bene ai nuovi ritmi e riesco a farmi rapidamente una rete di amici.

Quello che odio di me in queste situazioni, è che non riesco a godermele appieno perchè timorosa della FINE.
Cazzo, sono 21 giorni che mi trovo qui e già penso a quanto soffrirò al momento del ritorno a casa.
Ho una fifa blu di affezionarmi alle persone per paura di soffrire nel dire loro "addio" tra 4 mesi.
Ogni tanto la notte perdo il sonno (o il senno?) rimuginando su quanto sarà faticoso salire sull'aereo di sola andata per Bergamo.
Detesto questo mio modo di guastarmi la vita, di farmi sopraffare dalle ruminazioni, di impedirmi di approfondire amicizie solo per la consapevolezza che hanno la data di scadenza ben impressa addosso.

La questione non è tanto scoprire la causa di questo mal de vivre temporaneo quanto invece trovare un dannato modo di smetterla.
Perciò la mia prossima tattica sarà aprire il mio orizzonte mentale ad una nuova idea di futuro, che non preveda date e deadline (l'inglese a volte è perfetto nel far suonare lugubri anche parole normali come "scadenza").
Una nuova idea di futuro, dicevo, non come un percorso da stabilire ma come un progetto in divenire.
Ciò, credo, mi aiuterà nel considerare la fine dell'Erasmus non come una ghigliottinata alla mia vita emotiva ma come un altro turning point esistenziale, così come lo è stato l'inizio di questa esperienza stessa.
Mi suona logico. O no?

Perciò, per trarre una conclusione, i next steps saranno:
1) non frenare alcun rapporto di amicizia
2) rilassarsi mentalmente
3) sorridere di più e mangiare di meno (che sto ingrassando).

Amen, sperando di andare in pace.

giovedì 15 settembre 2011

Trakai

Non ho scritto niente per 3 giorni e ora ho i sensi di colpa.
E' che primo, sto diventando ancora più oziosa di quanto già non fossi, secondo, non mi piace più come butto giù i post, terzo, sono raramente in casa.
Perciò chiedo venia al mio amato "Dì d'un dì" (che sta per avere un figlio su Tumblr, piattaforma che userò per le foto) e riprendo l'attività scrivendo della splendida domenica a Trakai.

Trakai è la gita d'obbligo per ogni Erasmus, e direi anche per ogni turista che si rispetti. E' a soli 40 minuti di treno da Vilnius (sarebbe molto meno se il mezzo non fosse lento come una lumaca ubriaca), il biglietto è molto economico (6Lt intero, 3 o 2 ridotto, dipende da che carta si possiede)
e il luogo è da togliere il fiato.
Il comune di Trakai si trova a 30 km a ovest dalla capitale ed appartiene alla Contea di Vilnius, ospita 37.000 abitanti sparsi nelle loro tenere casette per i prati.
E' la cittadina principale della Trakai Lakelands, un'area che comprende circa 200 laghi e 14 stagni.
Sono partita con altri 100 e più studenti senza avere nessuna idea del posto che ci avrebbe accolto per tutto il pomeriggio. Avevo idea del castello che lì si trova ma non avrei mai potuto immaginarmi un paesaggio così suggestivo.

Una fresca domenica di metà settembre e un sole vivace a farci compagnia. Non un nuvola in cielo, non il fastidioso vento. Solo caldo e sole.
Per raggiugere il castello, meta della gita, abbiamo camminato per qualche kilometro seguendo un percorso che corre lungo la sponda del lago, a pochi metri dall'acqua, dalle pepere e dai pesci.
Complice il sole, l'acqua brillava e rifletteva il paesaggio che la circonda, un paesaggio fatto di piante rigogliose di un verde brillante.

Il lago, di cui non si distingueva la fine, non solo è grande ma è anche straordinariamente pulito.
L'acqua è limpida e anche se il fondale è melmoso, come è normale che sia in un lago, questo non inquina la vista con strane alghe e simili.
Il castello, di per sé, non ha entusiasmato.
Certo, ne vale la pena anche solo per scoprire gli stili architettonici di quest'area di mondo.
Ma non ha incantato. Inoltre dà l'impressione di essere nuovo e costruito per un'attrazione di Gardaland!
Anyway, ecco alcuni cenni storici sul castello: è l'unico dell'Est Europa ad essere stato eretto su un'isola. La sua costruzione è iniziata verso la fine del XIV°sec. per conto, si assume, del Granduca Kęstutis. Il periodo di decadenza del castello è iniziato relativamente presto: il 27 ottobre 1430, dopo la morte del Granduca Vytautas.
La visita del castello è stata seguita dalla visita del ristorante.
Ovvio, siamo turisti, siamo giovani e siamo affamati.
La specialità del luogo sono panzerotti ripieni di carne, i Kibinine.
Nulla di speciale a dire il vero.

Prima che la giornata giungesse ad una conclusione c'è stato il momento della follia: bagno nel lago! E' stato grandioso! L'acqua non era affatto fredda, anzi, si stava proprio benissimo. Ah, che sensazione sguazzare in un lago lituano!
Non che siano diversi dai nostri, ma come dire, è sempre un'emozione fare qualcosa qui per la prima volta.
Se il bagnetto nel lago è stato piacevole, il ritorno verso il treno lo è stato meno. Eravamo spaventosamente in ritardo! Ma ce l'abbiamo fatta...non senza prima scattare le ultime foto al panorama!
Caspita, era da togliere il fiato. Complice il tramonto l'acqua rifletteva il verde circostante perfettamente, senza alcuna distorsione. Un vero spettacolo.

lunedì 12 settembre 2011

Breve salto in Georgia

L'ultimo sabato sera è iniziato con la ferma convinzione che sarei andata a letto presto per riposare e godermi la gita del giorno dopo a Trakai.
Ovviamente, stile legge di Murphy, sono stata invitata a uscire da una ragazza georgiana che voleva sdebitarsi: l'avevo illuminata sull'esistenza del codice IBAN e indicato la retta via per fare un bonifico!
Non con molta voglia sono uscita e...ho vissuto una serata intensa, tra persone culturalemnte diverse, tra profumi e sapori inusuali.
Per le sensazioni che mi ha dato, mi ha ricordato i momenti trascorsi nella campagna thailandese, dove tutto mi sembrava nuovo e unico e meraviglioso.
E' stato come fare un salto in un micromondo georgiano, fatto di gente che mi ha accolto con sorprendente calore.

Per alcuni giorni una circoscritta area di Vilnius è stata civilmente occupata dai georgiani per offrire serate di canti, danze, cibo e vino tipici della loro terra.
Il fatto che fossi italiana mi ha aiutato a rompere il ghiaccio: le persone con cui ero adorano il Belpaese, e ho notato in loro una sorta di "rispetto" per la mia
nazionalità.
Per me, che sono ignorante come una capra e non sapevo né dove fosse la Georgia né i colori della loro bandiera, è stata un'immersione piacevolissima nella loro cultura.
Sarà giusto un'impressione ma mi è parso di notare un tono di umiltà e fierezza nella loro voce, quando parlavano della loro patria, ed è stato un piacere stare ad ascoltare.
Ho addirittura imparato che non usano l'alfabeto latino ma ne hanno uno proprio; questo è "grazie" in georgiano: მადლობა.

Il cuoco loro connazionale mi ha invitato ad assistere alla preparazione dei loro spiedini (lo so, li abbiamo anche noi...) e ce ne ha offerti un paio con annessa salsa piccante al pomodoro: squisito!
Non paghi, mi hanno fatto assaggiare del vino rosso e regalato una sorta di salame dolce fatto con zucchero e succo d'uva.
L'aspetto di suddetto salame è orribile (non l'ho ancora assaggiato --') ma a quanto dicono è una specialità che merita di essere provata...
Come se tutto ciò non bastasse, abbiamo assistito ad uno spettacolo di danza georgiana: la Xanjluri. E' stato FAN-TAS-TI-CO.
Non trovo parole per descrivere quanto fossi meravigliata di scoprire che esista una danza del genere, impetuosa e armonica allo stesso tempo.
E il sorriso sul volto dei ballerini, mentre eseguivano le loro acrobazie, mi ha lasciato senza parole.
Per avere un'idea dello spettacolo al quale ho assistito cercare su YouTube il nome della danza (avrei voluto pubblicare qui un video ma per cause ignote non ci riesco).

Una serata a dir poco grandiosa, che mi ha fatto stare profondamente bene e che mi ha permesso di conoscere un poco della cultura di un Paese lontano.
"Madloba" alle mie amiche georgiane!

sabato 10 settembre 2011

Salento

Il Salento è un locale che gode di una considerevole notorietà.
Non vi ho mai messo piede, e non conto di mettercelo a breve, ma so che è un discopub gestito da italiani nel pieno centro di Vilnius.
Non mi piace dare giudizi quando non provo di persona ma è bene far saper che:
1) nessun lituano ci mette piede (se non i mentor che accompagnano gli Erasmus e alcuni che vogliono rimorchiare lo/a "straniero/a");
2) o lo si ama o lo odia, non vi sono alternative possibili;
3) se si appartiene alla categoria "io detesto il Salento" la sola esitenza di un locale del genere, e il fatto che sia italiano, farà morire dalla vergogna.
Detto questo, copio di seguito una mail che è stata inviata da una certa Živilė B. dell'ESN di Vilnius a tutti gli studenti Erasmus.

"10 things to remember before going to Salento

1. PLEASE use condoms to prevent yourself in cases of HIV/AIDS and other sexually transmitted diseases;

2. Don`t use your bank cards, because you can be easily charged twice;

3. Do not trust every single easy going girls (mostly blondes with orange faces) if you don`t want to be robbed and fooled;

4. Be suspiceous while talking with italian guys who`s work in Salento oftenly is just to involve Erasmus students into dirty messy things;

5. Remember, that Salento is using Erasmus name illegaly so ESN is NEVER working and collaborating withe them;

6. Ask some lithuanian students to help you with taxi, because Salento is having a deal with few taxi companys wich are charging foreign students more than double of price;

7. Always ask Salento face-control workers for a discount, because they purposely increase the entrance price for erasmus students;

8. Don`t tell anybody in Salento your phone numbers, e-mail adresses and other erasmuses contacts;

9. Remember by heart a police and emergency number 112

10. Think twice before going to Salento without your mentor who could prevent you from all the troubles you are going to get there.

Love you,
ESN Vilnius university team"


Devo aggiungere altro?

Pizza!

Piceriju tinklas Submarine
Vytenio gatvė 51, Vilnius (500 metri dal Gile)

Il giorno 8 settembre mi sono svegliata alla rispettabile ora delle 12.30 e ho trovato Aiste, la mia roommate lituana con cui divido la mia stanza al Gile, intenta a leggere da un quaderno malmesso e a sbuffare.
Le ho chiesto cosa ci fosse che non andava e mi ha risposto, tentando un sorriso tirato, che tutto era ok.
Dai, non prendiamoci in giro: era un sacco scocciata per questioni universitarie, un misto tra pugnette burocratiche e compagni di corso troppo nerd per essere simpatici.
Era talmente upset che di punto in bianco, con un tono perentorio che contrastava nettamente con la costruzione grammaticale della frase, mi ha chiesto: "Would you like to eat something together?".
Ammazza, mica me lo faccio ripetere due volte!

Ho battuto il mio personale record vestendomi in circa 2 minuti e, come se niente fosse, dal caldo delle coperte mi sono trovata catapultata nella frizzante brezza lituana. Uno shpettàcolo!
Aiste durante il tragitto a piedi non ha accennato dove eravamo dirette, ma grazie al cielo mi ha avvertito che stavamo per mangiare pizza. PIZZA!

Quando sono all'estero non vado mai, mai a mangiare italiano per due ragioni: primo, sono curiosa di assaggiare le leccornie locali e, secondo, sono 21 anni che mi riempio la pancia con le nostre cibarie.
Ma se è la mia roommate Aiste a chiedermelo, questo ed altro!
Finalmente, dopo miei innumerevoli tentativi di uscire insieme, abbiamo la possibilità di fare due chiacchere al di fuori della nostra stanza 341.

Le modalità con le quali si mangia la pizza qui
sono bizzarre ma, devo ammetterlo, alcune sono particolarmente interessanti.
Prima di tutto occorre spiegare che, non so sia consuetudine così o solo fosse il volere di Aiste, non abbiamo ordinato la classica Coca o la birra, ma la simpatica accoppiata latte caldo e cioccolato e succo d'arancia (da intendersi separati, ovviamente).
Considerando che mi ero alzata da non più di 50 minuti, il latte e cioccolato è stato da me molto apprezzato.
Abbiamo ordinato la stessa pizza, una "Fiorentino" taglia piccola (si, in alcuni ristoranti si può scegliere la dimensione della pizza).
La cosa veramente spettacolare in tutto questo è che la pizza era assolutamente buona e che, anzi, era molto meglio di quelle cucinate in alcune pizzerie dell'appennino bolognese...
Interessante anche che qui sulla pizza mettono le salse.
Io sono stata fortunata perchè Aiste ne ha scelta una all'aglio che era delicata e che ben si abbinava al gusto della "Fiorentino".
Purtroppo in Lituania hanno anche la pessima abitudine di mettere il ketchup sulla pizza, quindi: stay aware!
La ciliegina sulla torta di questo sorprendente pasto è stato il conto: 1.50 Lt a testa.
Stavolta però non si tratta di un locale cheap, semplicemente ci hanno fatto uno sconto considerevole perchè i genitori di Aiste sono comproprietari della pizzeria.
Che dire, è stato great!

giovedì 8 settembre 2011

Se una sera al bowling

La serata di ieri non è partita in maniera esemplare.
O quantomeno non nel modo più eccitante.
Io, in pigiama!, e la mia amica A. cazzeggiavamo allegramente nella cucina del Gile, piena di gente intenta a guardare una partita di basket, tentando di cucinare spaghetti.
Non mi soffermerò a descrivere come funzionano le cucine dei dormitori, è sufficiente sapere che solo alcune delle norme igieniche base vengono rispettate...
Fondamentalmente luoghi di questo genere non hanno quasi alcun utilizzo pratico se non quello legato al conoscere gente.
Ed è esattamente ciò che è successo!

Ammetto che per noi ragazze sia più facile, specie se non corrispondiamo fisicamente a quanto propone il territorio lituano in termini di sticchiu (consultare il dizionario siciliano-italiano).
Abbiamo rapidamente rimorchiato una marmaglia di ragazzi di vari paesi (Russia e Tajikistan sono quelli che ricordo) che tentavano, opportunatamente oserei dire!, di farci bere birra. Che gioia scroccare qualche bicchiere!
Purtroppo io e A. avevamo solo della Gira sottomarca...

Per farla breve la serata si è evoluta ad un vicino bowling (scroccando il taxi dell'andata), abbiamo giocato, abbiamo sbattuto numerose volte le ciglia, ci siamo fatte offrire altra birra e il costo delle partite e io mi sono pure prestata a fare alcune foto finchè, con molta grazia e gentilezza, ci siamo dileguate all'interno di un taxi, direzione Gile.
Si, abbiamo fatto le oche frivole tutta la sera e non abbiamo alcun risentimento per questo.

Morale della favola: anche se sei in pigiama puoi rimorchiare.

Premurarsi di...

...camminare lontano dal ciglio della strada nei giorni di brutto tempo: ci sono pozzanghere, i lituani guidano come pazzi rasentando il bordo del marciapiedi e l'effetto tsunami è garantito!

martedì 6 settembre 2011

Attenzione a...

...le ragazze belle, alte, magari poco vestite e presumibilmente troppo cordiali: non sono vere accompagnatrici, non chiederanno soldi ma sono mangiatrici di uomini che seducono e usano le proprie prede. Utili se vi volete divertire, poco utili se volete mantenere pieno il portafoglio.

(non parlo per esperienza diretta, of course, ma perchè più amici del posto mi hanno spiegato come funziona questo tipo di approccio femminile.)

Curiosità n°5

In Lituania non esiste il pianoterra.

lunedì 5 settembre 2011

Curiosità n°4

Al supermercato, area Frutta&Verdura, è inutile cercare la bilancia per pesare i propri sacchetti: li peseranno alla cassa.

(Ho impiegato una settimana a cercare di intuire come fare, poi mi sono arresa e ho chiesto a un amico lituano).

domenica 4 settembre 2011

Invaders must die

E' prevedibile, è inevitabile ma è sempre faticoso.
Il primo giorno di depressione post-partenza è pesante.
Non tanto perchè non si è abituati a certi periodi di tristezza, ma perchè tutto sembra ingigantito, moltiplicato.

Che qualcosa non andasse per il verso giusto l'ho capito questa mattina, accorgendomi di essermi svegliata più volte nel corso della notte e sempre con un furioso mal di gola (il vento non lascia spazio a errori, se dimentichi la sciarpa sei fregato).
Ho fatto una passeggiata rigeneratrice, o almeno speravo fosse tale, attraverso le principali zone della città: sono scesa verso Gedimino P., ho attraversato la piazza della cattedrale, ho risalito Pilies gatve e infine ho percorso le ormai note strade fino al Gile.
Il tempo era splendido, il cielo azzurro e le nuovole bianche, non nere di pioggia come quelle dei giorni scorsi. Stile cielo-di-Springfield-dei-Simpson.
La città brulicava di persone intente a far baldoria, a omaggiare la città nei giorni della sua festa.
Nei primi giorni di settembre infatti si tiene la festa della Capitale: Vilnius si anima di banchetti, stand gastronomici e dell'artigianato lituano, turisti, stage per concerti che inziano nel pomeriggio e durano fino a notte...

E nonostante tutta questa perfezione, che sarà arduo ritrovare nelle domeniche di inverno, ero profondamente malinconica.
Camminavo sentendomi distante anni luce dalla gente che incrociavo, le mie sensazioni interne sembravano ovattate. Uno strano modo di sentirsi, davvero.
Se all'inizio era divertente essere sempre guardate, oggi non lo era per niente.

"Cosa vogliono? Non hanno mai visto niente di diverso dalle loro cavallone bionde e dai loro ipertrofici giocatori di basket? Mi vesto male? Ho una faccia buffa?
Per favore, mi dite che cazzo avete da guardare sempre???"

Per fortuna che avevo portato con me l'mp3, ho potuto ascoltare la mia musica (e ovviamente ho fatto il pieno di Him, che era da un bel po' che non ascoltavo) e sentirmi, almeno in parte, a casa.
Ho l'impressione che quando si vive all'estero basti poco per provare conforto: ascoltare la musica che piace, scambiare qualche parola nella propria lingua, vedere una foto degli amici che ci aspettano a casa.

Non sono affatto homesick, qui sto benissimo. Ma la sensazione di inadeguatezza, che avverto a volte anche in Italia, è scomoda e fastidiosa.
Non voglio tornare a casa, sono felice di essere qui e sono sempre curiosa di scoprire cosa il domani può riservarmi. Adoro la compagnia lituana e quella degli Erasmus, adoro fare festa e bere alus a più non posso.
Anyway c'è ancora qualcosa che devo migliorare, devo trovare un modo di sentirmi a mio agio nei panni di "immigrata".

Curiosità n°3

Se si è in cerca di gustose bevande tipiche, occorre assolutamente provare la "Duonos Gira", un drink popolare a base di...PANE!

giovedì 1 settembre 2011

Curiosità n°2

Nel giorno della parata studentesca per l'inizio dell'anno accademico, solitamente il primo settembre, i commercianti di Vilnius non possono vendere alcolici.

Vilnius University

La Vilnius University è stata fondata dai Gesuiti circa 500 anni fa e da allora, se non per un certo periodo dopo l'annessione della Lituania alla Polonia e fino al 1919, non ha mai smesso di offrire le sue lezione, rappresentando la migliore fonte di istruzione superiore dello Stato.

Accoglie migliaia di studenti e si compone di più di 10 facoltà.
Nel 2010 ha ospitato circa 500 studenti Erasmus.
Si pone da anni l'obiettivo di diffondere il proprio nome all'estero, migliorando i progetti internazionali e favorendo gli scambi culturali.
Dispone di una propria autonomia dalle istituzioni governative; non so in termini pratici in cosa questo consista ma hanno un loro statuto e loro princìpi.
Questo è il loro sito: http://www.vu.lt/en/
Il vecchio campus della VU è a dir poco labirintico, anyway è anche particolarmente bello. Molte sale sono affrescate e la biblioteca toglie il fiato da quanto è spettacolare, un vero gioiellino.
Il nuovo campus invece si trova fuori dal centro, oltre il fiume Neris, e ospita alcune facoltà, i dormitori e altri dipartimenti vari.

Oggi noi studenti stranieri abbiamo assistito alla presentazione della VU nel teatro del vecchio campus e poi abbiamo marciato insieme agli studenti lituani
nella parata che si tiene all'inizio di ogni anno accademico.
Lungo la strada principale di Vilnius marciano divisi per facoltà, vestiti e truccati in modo da rimandare al loro corso di studi.
Fanno un casino atomico e sospetto che ci fosse della vodka nelle bottiglie d'acqua che si passavano...

Erasmus: ecco cosa ti aspetta

In quanto studente Erasmus hai qualche obbligo da ottemperare, prima della partenza e durante il primo mese di permanenza.
Ecco quelli di cui finora sono a conoscenza.

1) Assicurarsi di aver portato con sé la "Letter of Acceptance"
2) Assicurarsi che il "Learning Agreement" dei corsi che si intendono seguire (lo si compila al momento della richiesta di scambio) corrisponda realmente al piano di studi voluto. Se si vogliono aggiungere o eliminare corsi occorre aggiornare l'agreement o tramite il proprio mentor o inviando una mail a rita.vienazindiene@cr.vu.lt
3) Assicurarsi di avere un'assicurazione sanitaria valida in Lituania.
Il che significa avere la tessere sanitaria italiana valida.
4) Portarsi 3 fototessere formato passaporto. Io non le ho e ancora non mi sono state richieste, ma così leggo nella mia checklist, sicchè lo scrivo.
5) Inviare la richiesta per l'assegnazione di un Mentor (uno studente che fa da tutor) a mentor@vusa.lt e contattare il suddetto Mentor prima dell'arrivo
6) Assicurarsi di avere la conferma della prenotazione presso un dormitorio (se si vuole alloggiare in quelli della VU-avviso: le condizioni sono pessime ma si paga qualcosa come 70 euro al mese in tripla)
7) Arrivare a Vilnius almeno un giorno prima l'inizio del semestre
8) Registrarsi all'Office of International Programmes and Relations (IPRO) prima dell'inzio del semestre o quantomeno appena si può. Per farlo occorre portare l'originale letter of acceptance, la carta d'identità o il passaporto, l'assicurazione sanitaria e la prova che si hanno sufficienti mezzi economici per vivere ovvero, per gli studenti Erasmus, la lettera che conferma che si dispone della borsa di studio Erasmus. Io che non sono Erasmus non so come farò.
9) Compilare il "Registration at VU Form" (che a quanto pare è diverso dall'altra registrazione) durant il primo mese del semestre. Questo form viene consegnato il primo giorno della Orientation Week organizzata dalla VU
10) Se il soggiorno ha la durata di due semestri occorre registrarsi all'ufficio immigrazione.
11) Tramite il proprio Mentor ottenere la LSP: Lithuanian Student Card
12) Se si desidera frequentare il corso di lingua lituana (due settimane all'inizio del semestre) occorre inserirlo nel Learning Agreement. Vale 1.5 ECTS
13) Controllare l'orario delle lezioni che dovrebbe essere pubblicato durante la prima settimana del semestre sul sito della VU

Per quanto io mi ricordi, that's all folks!

Piccola modifica del 2/09: oggi sono andata all'IPRO e mi hanno detto che non c'è nessuna registrazione da fare né occorre stampare alcun documento, basta aver firmato, il primo giorno di orientation week, nella loro lista di studenti erasmus.
Perciò occorre solo compilare il learning agreement (se non lo si vuole modificare allora non importa fare nulla) e il "registration at VU form".

Coffee Inn

Il Coffe Inn è il corrispondente lituano di Starbucks.
Ve ne sono una dozzina in Lituania di cui almeno otto solo a Vilnius.
Nonostante i prezzi non proprio lituani (ho pagato un Peppermint Mocha Medium 7.5 Lt) lo si apprezza per il menu ricco di bevande al caffè. Parte dell'offerta è nella foto.
Trovo fantastico e degno di nota questo posto perchè offre poltrone
comodissime su cui rilassarsi e chiaccherare, è un posto caldo prezioso da tenere a mente ed ha internet wi-fi (come ovunque qui, gratis).
Inoltre, io che sono un'appassionata di arredamento, adoro il fatto che sia stato ammobiliato con quel gusto un po' underground-cosmopolita, che unisce poltrone di pelle a pavimenti in cemento,scaffalature in legno di bassa lega, muri graffittati e soffitto a volte.
Non è meraviglioso?

A Flying Cow


Piuttosto usuale qui la gag: "Guarda c'è una mucca che vola!"

Italioti

Italioti= Italiani + Idioti

Necessito di uno sfogo sui detestabili comportamenti degli italioti (non gli italiani, c'è differenza) all'estero.
Non voglio generalizzare. Riporto la mia esperienza attigendo a ricordi di viaggi a Parigi, Valencia, Brighton e Vilnius.

Primo: l'italiota all'estero non è tollerante né rispettoso degli usi e costumi altrui. Spesse volte non si dimostra nemmeno interessato a conoscerli.
Se ne frega altamente di prestare ascolto e di tacere per imparare.
Impone la propria saccenza con maleducazione, alza la voce sopra quella degli altri, fa il bullo appena ne ha l'occasione e a volte raggiunge infimi livelli di squallore.
Non rispetta l'ambiente che lo circonda, nè tantomeno la gente del luogo.
Non si preoccupa di disturbare con i propri comportamenti quelle che sono le regole della buona educazione del paese che lo ospita.
Non si preoccupa di lasciare un buon ricordo, "tanto io qui non ci torno più!".
L'unica cosa di cui si cura, a volte, è la legge locale (prendersi una multa o finire in galera non è mai buona cosa). Ma se è risaputo che tutti la infrangono perchè astenersi?

Secondo: l'italiota non sa spiccicare una dannata parola di inglese.
Anche io non sono granchè in quanto a conversazione ma quanto meno evito di correggere gli altri quando sbagliano. E invece quante volte mi è capitato di sentire italioti fare il punto sulla grammatica ad altri stranieri!
E poi è imbarazzante sentirli parlare inglese, è qualcosa che mi fa stringere lo stomaco. E' rivoltante.
Almeno vi fosse consapevolezza del misero livello di inglese che si ha!
Si sarebbe forse più cortesi quando l'interlocutore non afferra i nostri discorsi.

Terzo: l'italiota non si rende conto di essere italiota.
Forse ha troppo calcata in testa la massima "tutto il mondo è paese".
Considera i suoi gesti universali, i suoi ammiccamenti comprensibili, le sue gag immediate.
E si meraviglia se la comunicazione non avviene.
Pensa (e in questa categoria mi ci metto completamente anche io, ma ci sto lavorando su) che tutto ciò che si fa in Italia sia italiano. No!
Ad esempio: alcune melodie, come le ninnananne. Solo perchè te le cantava tua madre non significa che altrove nel mondo non vi sia un'altra madre come la tua che canta la stessa identica canzoncina!
Oppure i giochi: solo perchè li hai fatti tu con i tuoi amici non significa che siano giochi italiani!
Porca miseria, ciò mi fa imbestialire con me stessa perchè spesso mi è capitato di descrivere alcune mie abitudini come "italiane" per poi sentirmi rispondere, da uno straniero, "si anche io faccio così!".
Damn.

Non odio gli italiani, odio gli italioti.
Non odio l'Italia, odio gli italioti che la insozzano.
Non odio essere italiana, ma odio dover spiegare che nel mio Paese non tutti sono cafoni, puttanieri, mafiosi e berlusconiani e scusate le ripetizioni, forse "berlusconiani" bastava a rendere l'idea.

Fine dello sfogo.



Po-po-po POLLO!

Continuo a sopravvivere, anzi, a mangiare benissimo, senza toccare neanche una padella.
Il Maxima, da me ribattezzato "L'Olimpo dei Supermercati", offre una tale varietà di piatti pronti che mi sembra quasi un peccato faticare per prepararmi del cibo.
Sicchè anche ieri ho provveduto alla mia manutenzione grazie a delle "polpette di pollo in salsa al vino" (evito di riportare l'inutile traduzione lituana) estremamente gustose: pollo, porro (o almeno credo), funghi e salsa bianca presumibilmente al vino.
Questo post non gode di eccessiva utilità ma è solo per sottolineare nuovamente che del Maxima e dei suoi cibi pronti ci si può fidare.
Ovvio, sempre che non si abbia un palato schizzinoso e si disponga di voglia di assaggiare nuovi sapori.

Ah dimenticavo, 350 grammi di 'sta roba: neanche 5 Lt.