domenica 18 dicembre 2011

Caro Natale

Caro Natale,

sono perfettamente consapevole che ci sono circa 2000 anni di tradizione da rispettare. E so più che bene che le tradizioni sono importanti.
Lascia perdere che sei pure una festa religiosa e io sono un'atea convinta. A questo si può ovviare con i regali, come fanno d'altronde tutti, credenti, miscredenti e cretini.
Però c'è una cosa caro Natale che mi devi spiegare. Se sei il periodo dell'anno in cui i desideri si avverano, i sogni diventano realtà e la nonna ti dà tanti soldi, caro Natale, spiegami perchè io non posso rimanere a Vilnius.
Non me ne sbatte nulla del pranzo in famiglia, ho una sorta di famiglia anche qua.
E' ragionevole rispondere che tutti se ne tornano a casa per le feste ma preferirei una Vilnius deserta a una San Lazzaro col cuore che mi piange.
Mi sparerei una camminata in Pilies, mi berrei un karsta vinas in un locale qualsiasi e passerei intime serate con i pochissimi fortunati che saranno qui.
Ti prego Natale, Santa Claus o chi per voi, avverate il mio desiderio: sparite dalla testa della gente. La state rincretinendo convincendola che siete importanti. Non lo siete voi, i regali lo sono. E' questo che muove tutto, sapete?
Perciò la mia proposta è la seguente: il 21 di ogni inizio stagione ci si fa un regalo. Quantomeno la gente la smetterà di ricevere sempre e solo sciarpe e guanti.
A te Natale ti aboliamo.

Cordialmente,

Valentina

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