giovedì 17 novembre 2011

Varsavia

L'esperienza polacca è nata da una nottata di puro scazzo davanti al pc.
Presente quei momenti in cui nulla capita intorno a te ma tutto dentro di te è in subbuglio e vorresti rannichiarti fino a premere le ginocchia sul petto sperando che per un improvviso miracolo tu possa diventare un uovo e non avere più problemi? Si, lo so, non hai presente. Ma io si. Ed è come mi sentivo quella sera.
Perciò ho deciso di andarmene da Vilnius e visitare una città nei dintorni, ne ho trovata una a 500 km che si chiama Varsavia.

Ho viaggiato in pullman per la misera cifra di 6 euro a/r e dopo 9 ore sono giunta nella big city polacca: orcaboia quanto è gigantesca!
E' inutile fare confronti con Vilnius, sono due universi a parte, ed è forse per il grande contrasto tra le due capitali che il mio arrivo è stato a dir poco sorprendente.
Purtroppo Varsavia non ha alcun fascino.
E' una grigia metropoli i cui grattacieli grigi si fondono con un cielo
perennemente di cemento, non vi è modo per gli occhi di provare alcun minimo di gioia.
Certo, ha i suoi scorci caratteristici ma probabilmente non vale la pena di spenderci più di un giorno. So sorry Warsaw!

Nonostante tutto ricordo con piacere l'esperienza perchè è stata la prima volta che sono stata ospitata tramite CouchSurfing.
La mia host Patrycja è la versione vivente di un ossimoro: naive, determinata, egoista e sbadata. Anche intelligente e interessante, ma purtroppo è spesso prevalsa la sensazione che non gliene potesse fregare di meno della mia presenza in casa sua. E la cosa ha avuto i suoi aspetti positivi, non lo nego.
Il suo flatmate Konrad è stato molto più accogliente e premuroso nei miei confronti, è nata fin da subito una bella intesa che ha reso piacevole la mia permanenza in casa loro.
La grande botta di fortuna è stata conoscere un sacco di gente polacca in occasione della festa di compleanno di Patrycja.
Dato che ero l'unica straniera, come dire, attiravo l'attenzione e nonostante sia stata per buona parte della serata uno pseudofenomeno da baraccone da osservare e tempestare di domande, sono stata meravigliosamente a mio agio.
E' banale da dire ma ritrovarsi circondati da persone che non conosci e che sai che non rivedrai mai più aggiunge un pizzico di magia ai momenti insieme.
La consapevolezza di vivere un attimo irripetibile vela le chiacchiere di malinconia ma le esalta con la logica del carpe diem.

L'ultimo giorno, lasciato il piccolo appartamento di Pat, ho incontrato un'altra ragazza conosciuta tramite CouchSurfing e ho vissuto tutt'altro genere di esperienza. Monika non è una trottola impazzita ma una ragazza beneducata e generosa che ama viaggiare e fare l'autostop. Le chiacchiere con lei sono state rilassanti ed hanno rappresentato un toccasana dopo il baillamme delle sere prima.
Abbiamo girato qualche locale e bevuto ettolitri di birra, as usual, ma non ricordo alcun nome di locale da poter consigliare. Sono una pessima recensitrice.
Posso però dire che se proprio si vuole visitare Varsavia un ottimo posto dove alloggiare è l'ostello Tamka, economico e vicino al centro.
Da fuori sembra un piccolo ecomostro sovietico, l'interno invece è confortevole.

Non tornerò più a visitare Varsavia per il solo gusto di farlo, la città purtroppo mi ha lasciato con l'amaro in bocca. E Vilnius mi è mancata tanto.
Malgrado ciò sono orgogliosa di me stessa per essere partita, aver gestito degnamente la convivenza con persone sconosciute e per aver goduto di una città nonostante la sua mediocrità.

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